VENERDI' 26 MAGGIO 2017 alle ore 17.00 - ritrovo Voltone Molinella 2

Alla presenza delle Autorità civili e religiose si raggiungeranno i due siti oggetto dell'intervento:

- Via Giangrandi, per la colonna romana con simbolo costantiniano

- Cattedrale, per la lapide cinquecentesca.

Al termine ci sarà presso la Pro Loco un brindisi augurale.

L'iniziativa è aperta a tutti!

Tutto è pronto per venerdì 26 maggio alle ore 17 quando la Pro Loco, alla presenza di autorità civili e religiose, inaugurerà i due progetti di recupero conservativo voluti, curati e sponsorizzati dall’associazione stessa.

«I fondi per i restauri – spiega la presidente Patrizia Capitanio – sono stati raccolti nel giugno 2016: la Pro Loco aveva organizzato la 7° edizione della Biennale di Pittura Città di Faenza al termine della quale i numerosi artisti donarono le opere esposte per un’asta a scopo benefico».

Già nel 2014, con analoga iniziativa, la Pro Loco era riuscita nell’obiettivo di restaurare due capitelli medievali in Palazzo del Podestà.

«La scelta dei beni culturali sui quali intervenire – prosegue Capitanio – è stata portata avanti dal Consiglio Direttivo con molta attenzione, individuando una rosa di manufatti importanti da salvaguardare per la storia e la cultura della città».

Il primo bene è una colonna in pietra con, al vertice, l’antichissimo simbolo cristologico costantiniano del chrismon. Si tratta di una notevole testimonianza per la storia del cristianesimo faentino. È ubicata in via Giangrandi, addossata al palazzo civico 2.

Il secondo bene è una lapide datata 1598 la cui iscrizione ricorda la Convenzione faentina con la quale venne sancita la fine del Ducato estense. È ubicata sulla facciata della Cattedrale, a destra del portale principale.

I lavori di recupero conservativo sono stati affidati dalla Pro Loco alla professionalità della restauratrice Silvia Morigi di Fusignano.

«Certamente i due interventi sono stati possibili grazie all’interazione di diversi soggetti: gli artisti, i donatori partecipanti all’asta, la Soprintendenza di Ravenna, l’Amministrazione comunale, l’Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra».