Si ringrazia la proprietà per g.c.
La villa, dimora storica, è inserita nella sua splendida cornice paesaggistica ai piedi della collina di Castel Raniero. L’edificio è frutto di ingrandimenti e ricostruzioni varie, ultima delle quali nella seconda metà dell’Ottocento su progetto dell’architetto bolognese G.Modanesi; di questo periodo è anche la serra neogotica oggi adibita a laboratorio ceramico; le preesistenze, inglobate nel retro della villa, risalgono al XV secolo e sono tuttora ben visibili. Del resto il primo insediamento in zona è romano (una villa rustica), o, volendo andare ancora più indietro nel tempo, etrusco-romano, come sepolcreto monumentale di cui resta ricordo nel nome originario del luogo (“Le Tombe”) e in diversi reperti conservati al Museo Archeologico di Faenza fra cui il famoso leone funerario in pietra bianca di Nabresina, a grandezza naturale, anticamente posto all’ingresso del sepolcreto e oggi esposto nell’atrio di Palazzo Mazzolani.
Il parco, con la sua parte “a bosco” e con l’antico roccolo, costituisce una peculiarità; il roccolo – struttura venatoria per la cattura di uccelli con le reti, oggi ovviamente non più in uso – risale al 1860 (è citato dal Carducci e, più tardi, da Francesco Serantini) ed è ben conservato, caso non comune in Emilia Romagna. C’è ancora gran parte delle essenze appositamente piantate per attirare gli uccelli (ligustri, alaterni, biancospini e altri arbusti “da bacca”) e l’edificio centrale da cui venivano dirette le operazioni di cattura degli uccelli.
Per il resto l’area verde di Villa Emaldi offre una suggestiva cornice verde a sequoie, querce e cedri di impianto ottocentesco, tigli e lecci piantati dopo gli abbattimenti del 1917 per le richieste di legname dal fronte della Grande Guerra e diversi alberi ultracentenari fra cui una Sofora giapponese e, superlativo anche per dimensioni, uno Spino di Giuda (Gleditsia triacanthos).
Nella villa si vedranno alcuni ambienti del pian terreno, fra cui la famosa Sala da Pranzo con soffitto decorato da Giovanni Guerrini che aveva da poco esordito in Faenza con il soffitto dell’Albergo Vittoria, molto probabilmente con cartoni (modelli traforati, per trasferire disegni) datigli da Galileo Chini. 0020CVBSi vedrà anche il piccolo oratorio un tempo officiato dai Cappuccini, costruito a fine ‘700 su progetto del Tomba e restaurato nel 1919 dalla contessa Emaldi come ex voto per il ritorno dal fronte della Grande Guerra di entrambi i figli.
• Ritrovo: ore 14.30, in bici, Voltone Molinella; ore 15, Villa Emaldi Via Firenze 240
• Durata visita dalle 14.30 alle 17.00, spostamenti compresi;
• Info accessibilità: percorso di visita su terreno battuto con possibili tratti sconnessi
Le prenotazioni sono obbligatorie e si accettano dal sabato della settimana precedente ogni visita.
TUTTE LE VISITE IN PROGRAMMA PREVEDONO POSTI LIMITATI.
Le visite sono condotte da Guide turistiche abilitate ed autorizzate dalla Regione Emilia-Romagna L’organizzazione declina ogni responsabilità su eventuali infortuni o danni ai partecipanti.