Pro Loco Faenza
Visite guidate

 

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L’organizzazione declina ogni responsabilità su eventuali infortuni o danni ai partecipanti.

*  I contributi  raccolti  saranno destinati dalla Pro Loco per i fini culturali a favore della città

Le visite sono condotte da Guide turistiche abilitate ed autorizzate dalla Regione Emilia Romagna

 Le prenotazioni sono obbligatorie e si accettano dalla settimana precedente ogni visita.

Informazioni e prenotazioni:

PRO LOCO FAENZA - Informazioni Turistiche

Voltone Molinella 2  - Faenza RA

tel. 0546 25231

info@prolocofaenza.it    

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Visite guidate dal "Centro Museale" alla Città e non solo...

Le visite guidate della Pro Loco riprenderanno con il calendario di autunno 2024

Visite guidate passate
Martedì 23 luglio
SAN BARTOLOMEO, la chiesa dei Caduti.
  • Ritrovo
    Via Scaletta/angolo Corso Matteotti

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20.30
Visite guidate in occasione dei Martedì d'Estate.
* € 3
Prenotazione obbligatoria. Posti limitati.

Info:
• durata visita 1 ½ circa
• ingresso accessibile senza barriere architettoniche

Apprendiamo dalla Cronaca del Tolosano che la chiesa di San Bartolomeo sorse nel sec. IX sul posto del palazzo dei Caminiza, una grande famiglia di origine romana, distrutto dai Longobardi.
A seguito di un incendio (1171), fu riedificata nel 1209, come risultava da un’epigrafe oggi perduta, sul modello delle nuove parrocchie in cui era stato diviso il territorio, che videro la luce tra la fine del sec. IX e l’inizio del X, per arrivare a trentasei nel XIV.
Soppressa nel 1810, fu acquistata nove anni più tardi dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate.
Un secolo dopo, su proposta della Signorina Teresina Pirazzini, venne restaurata e dedicata come tempio votivo ai Caduti in guerra, dopo i terribili lutti del primo conflitto mondiale. I restauri si protrassero fino al 1930.
San Bartolomeo è una chiesa romanica, che ha conservato la sua struttura originale specie nell’abside e nel campanile, mentre sono stati radicalmente ricostruiti in occasione del restauro novecentesco l’interno e la facciata.
Martedì 16 luglio
FARMACIE D'ARTE. Inattese meraviglie nel cuore della città.
  • Ritrovo
    Pro Loco, Voltone Molinella

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20.30
(si ringraziano le proprietà per la g.c.)

Visite guidate in occasione dei Martedì d'Estate.
* € 3
Prenotazione obbligatoria. Posti limitati.

Info:
• durata visita 1 ½ circa - in 4 tappe (spostamento a piedi);
• percorso generalmente accessibile, con alcuni gradini per l’accesso ad 1 luogo dei 4 previsti.

La bellezza si nasconde e si mostra a volte in luoghi dove meno ce lo aspettiamo. Seppure davanti ai nostri occhi, rimane spesso inascoltata per ragioni di natura meramente pratica. Come quelle che ci muovono per le necessità di tutti i giorni, tra cui certamente la salute.
Il penultimo appuntamento serale nei martedì di luglio sarà un percorso itinerante che ci porterà a (ri)scoprire sotto una luce diversa, slegata da ogni occorrenza, quattro splendide farmacie cittadine.
A partire dalla Farmacia Sansoni, storica attività fondata da Primo Sansoni che nel 1906 rilevò una più antica spezieria ottocentesca e ancora oggi portata avanti con orgoglio dalle successive generazioni. Ricavati nel Palazzo del Podestà, i moderni locali echeggiano di storie di vita narrate attraverso oggetti e documenti d’epoca, oltre che da apprezzabili opere di noti artisti.
Poco distante, la Farmacia Zanotti vanta un elegante arredo ligneo concepito nel 1854 da Gaetano Bertolani. Fu rilevata dal dottor Federico Zanotti nel 1909 che ne commissionò il rinnovamento, tra l’altro, con l’installazione della bella insegna in ceramica liberty e, all’interno, una fascia affrescata dal talentuoso Giovanni Guerrini.
La Farmacia Duomo, senz’altro una delle più antiche della città, sfoggia ancora la sistemazione data agli ambienti dal pittore Pasquale Saviotti a inizio Ottocento. Sopra le raffinate scaffalature, pratiche e funzionali oggi come allora, si staglia uno scenografico soffitto impreziosito con decorazioni legate alla destinazione dell’ambiente.
Presso la Farmacia Lenzi, rinnovata nel 2008, sono ammirabili alcune suggestive vetrate commissionate al maestro Goffredo Gaeta dall’allora proprietà insieme a un suggestivo pannello in ceramica oggi non più in loco. Sul muro esterno lungo corso Baccarini è invece ancora visibile la preziosa targa della Farmacia Marchetti, realizzata dai F.lli Minardi nel 1912.
Pro Loco Faenza APS ringrazia vivamente le attività coinvolte per aver aderito con entusiasmo e disponibilità all’iniziativa.
Martedì 09 luglio
IL MUSEO DIOCESANO DI FAENZA. Uno scrigno di arte, fede, storia e tradizione.
  • Ritrovo
    Piazza XI Febbraio 10

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20.30
Visite guidate in occasione dei Martedì d'Estate.
* € 3
Prenotazione obbligatoria. Posti limitati.

Info:
• durata visita 1 ½ circa
• accesso con scale (senza ascensore)

Intitolato alla memoria del vescovo Giuseppe Battaglia (1944-1970), il Museo Diocesano occupa un’importante porzione del piano nobile della residenza episcopale. Una prima sistemazione degli spazi si ebbe nell’Anno Santo del 2000 ma solo nel 2009 venne avviato un primo intervento di restauro e allestimento che permise di valorizzare importanti testimonianze di età romanico-gotica.

In realtà i limiti cronologici delle opere oggi esposte vanno dal X secolo fino ai giorni nostri, coprendo quindi un arco temporale di mille anni di vita. L’allungato spazio della Loggia Monterenzi è articolato per sezioni, dalla devozione mariana a quella dei santi, dalla liturgia alle forme della religiosità popolare. Particolarmente pregevoli risultano una quattrocentesca Mater Misericordiae, un San Giovanni Evangelista di scuola lombarda del XVI secolo, le croci e gli stendardi processionali, i tabernacoli post-tridentini, un paliotto d’altare in scagliola di età barocca, i modellati plastici della bottega dei Ballanti Graziani e i presepi in terracotta.

Ma lo spazio più prestigioso è la medievale Sala degli affreschi. In essa, oltre a diversi lacerti di esafore duecentesche in marmo rosa di Verona, sono presenti importanti porzioni di pitture parietali di scuola riminese-giottesca risalenti agli anni ’30 del Trecento: Le Quattro Sante, Il trionfo della morte, L’incontro dei tre vivi e dei tre morti e - molto danneggiato- il Giudizio Finale. La sala raccoglie opere di rilevante valore artistico, dalla duecentesca tavola della Madonna della Celletta alle icone di ascendenza veneto-cretese, dalle quattrocentesche tavolette della cantoria della Cattedrale alle superstiti formelle del polittico di Santa Maria foris portam, dal tabernacolo in pietra serena attribuito a Drudo Barilotto alle opere rinascimentali di Biagio d’Antonio, dalle romaniche sculture in pietra calcarea al volto lacerato di un quattrocentesco crocifisso ligneo ritrovato nel 1944 fra le macerie della Chiesa dei Servi e quindi sopravvissuto alle distruzioni belliche.

La Sala del Trono - principale ambiente di rappresentanza dell’episcopio dal XVIII secolo in poi - è strutturata in forma di quadreria. Essa, arredata con pregevoli canterani del XVII e XVIII secolo, raccoglie le grandi pale d’altare che vanno dalla cinquecentesca tavola lignea di Bartolomeo Coda alle tele dipinte da Cristoforo Unterperger, passando per le opere di Tommaso Missiroli, Benedetto Marini, Carlo Cignani. Di particolare interesse sono inoltre il San Sebastiano e il Sant’Andrea attribuiti da alcuni storici dell’arte a Guido Cagnacci.

Il settecentesco Oratorio di Sant’Apollinare, pur essendo ancora in attesa di un prossimo intervento di ripristino dell’antica pavimentazione in cotto, resta un significativo esempio di piccola cappella episcopale con navatella e presbiterio: un ‘barocchetto’ arricchito dalle decorazioni monocrome del bolognese Vittorio Maria Bigari.
Martedì 02 luglio
DALLA MOLINELLA AL FONTANONE. Un racconto sugli usi dell'acqua in città.
  • Ritrovo
    Pro Loco, Voltone Molinella

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20.30
(In collaborazione con Fatti d'Arte e Fototeca Manfrediana)

Visite guidate in occasione dei Martedì d'Estate.
* € 3
Prenotazione obbligatoria. Posti limitati.

Il 2 luglio 2024 alle 20.30 dal Voltone della Molinella partirà il primo degli appuntamenti con la PRO LOCO per i MARTEDI’ D’ESTATE 2024.
La passeggiata evocherà le antiche vie d’acqua della parte Ovest della città, sino a giungere alla Prospettiva del Fontanone che quest’anno compie 200 anni (1824).
I canali che alimentavano fossati, mulini e diversi opifici corrono ancora sotto il suolo di Faenza; la visita guidata ne ricostruirà il percorso attraverso reperti, toponomastiche, ricordi e fotografie storiche.
Queste ultime sono in mostra presso il Fontanone a cura delle Associazioni Fatti d’Arte e Fototeca Manfrediana.

Info:
• durata visita 1 ½ circa.
• percorso accessibile, tutto in esterno, dal centro storico allo Stradone
• alcuni gradini per l’accesso al Fontanone; accesso largo oltre 70 cm

Il Fontanone, monumento molto amato dai faentini, compie esattamente 200 anni. Fu infatti realizzato nel 1824 a seguito di un pubblico concorso – cui parteciparono diversi architetti e artisti, locali e forestieri – per realizzare un degno fondale prospettico al già esistente viale Stradone. Quest’ultimo era stato creato come “Pubblico Passeggio” nel 1816 per sistemare la vecchia stradaccia campestre detta “via Erbosa” ma anche per dar lavoro ai numerosi braccianti disoccupati; l’alberatura originaria, composta da ben nove diverse specie, prevalentemente esotiche, era diversa e, risultando deperita, fu sostituita nel 1859-60 con quella attuale a platani.

Ma tornando al concorso del Fontanone, risultò vincitore il faentino Pietro Tomba, già insegnante nella locale Scuola Comunale di Disegno e architetto molto affermato: egli presentò un progetto in cui equilibrio neoclassico, rigore e significati simbolici si fondevano perfettamente; il suo disegno era anche quello più semplice, lineare e di conseguenza economico. La commissione giudicante lo scelse anche per quest’ultimo motivo, scartando altri progetti che prevedevano archi, fronzoli, tempietti e costose sovrastrutture.

La “Prospettiva” venne così edificata con un corpo centrale racchiudente un imponente nicchione inquadrato da lesene e sormontato da una scritta celebrativa che ricorda come l’opera venne finanziata anche con una colletta pubblica (peraltro rivelatasi insufficiente); ai lati due nicchie minori inglobano le vasche di una preesistente fontana utilizzata per il Foro Boario che si teneva nell’area dell’odierno parco del Tondo fin dal 1527: c’era infatti qui, nel corpo dell’attuale Fontanone, la XII Conserva o Cisterna dell’Acquedotto della Fontana della piazza, acquedotto costruito nel lontano 1617.

Il “Fontanone” venne magnificamente restaurato dal Comune di Faenza nel 1996 con il ripristino integrale degli esterni, degli interni e del giardinetto posteriore. In particolare venne restaurato il finissimo intonaco-stucco dell’ambiente interno, piccolo ma molto elegante, concepito da Tomba come caffetteria secondo la moda transalpina di allora e mèta per nobili e borghesi in passeggiata domenicale. Da due anni è affidato all’associazione faentina “Fatti d’Arte” che in queste settimane vi tiene una mostra con foto d’epoca della Fototeca Manfrediama . In alcune di queste si intravvede anche il canale “dei Cappuccini” che passava qui di fronte e che venne “tombato” nella seconda metà degli anni Sessanta.
Giovedì 13 giugno
"PASSEGGIANDO ALLA LUCE DEL TRAMONTO"
  • Ritrovo
    Pro Loco, Voltone Molinella 2

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20
FINO AL GIARDINO DI CASA ZAULI
(si ringrazia la proprieta per la g.c.)

* € 3,00

Si andrà, a piedi per corso Matteotti e poi per via Marconi e via Firenze, fino al giardino di Casa Zauli (via Firenze 107), visitabile straordinariamente per la cortese disponibilità dei proprietari.
Oltre all’arredo verde si vedranno le quattro sculture ceramiche, in grès, che fin dagli anni Settanta fanno qui mostra di sé: si tratta di due steli e di due blocchi “a onde e creste” con aspetto da “leoni” (con questo nome vengono confidenzialmente chiamati) di cui uno riuscito di un imprevedibile e imprevisto colore arancione anziché nel tradizionale “bianco Zauli”.

Carlo Zauli (Faenza, 1926-2002) è stato l’artista faentino che più di ogni altro, nel Novecento, ha lottato per dare o ridare alla ceramica la sua dignità scultorea, realizzando anche opere monumentali, tendenti all’astrazione e spesso ispirate ad elementi naturali del territorio romagnolo: zolle, creste calanchive, onde, scanalature sulla battigia del mare.

Il giardino, come la casa, risale ai primissimi anni ’70 e fu progettato architettonicamente dal bolognese Piero Giordani mentre la scelta delle essenze fu effettuata dallo stesso Carlo Zauli su ispirazione dai paesaggi locali. La bordatura è in pini domestici come a Castel Raniero o all’Olmatello e non mancano olivi e gelsi come nelle limitrofe campagne. Sotto i pini c’è una siepe continua di leccio ma soprattutto bellissimi cespugli di corbezzolo che hanno assunto dimensioni eccezionali.

Carlo Zauli mantenne anche alcuni elementi preesistenti, in particolare caki e peri e le siepi di acero campestre (il tradizionale opi usato anche come tutore vivo delle viti) che caratterizzavano questa zona da sempre con vocazione agricola e in particolare orticola.

Sul retro della casa, invece, si vedranno rose, lavande, filadelfi e ginestre in un trionfo di colori, di profumi e di insetti impollinatori come bombi e farfalle (e magari anche lucciole!).
Giovedì 06 giugno
"PASSEGGIANDO ALLA LUCE DEL TRAMONTO"
  • Ritrovo
    Viale Stradone 30

  • 48018 Faenza RA
  • ore 20
IL SEMINARIO DI FAENZA.
Giardini e chiostri, la chiesa superiore, le raccolte d'arte, la storia.
(si ringrazia la proprietà per la g.c.)

* € 3,00

Questo appuntamento serale di giugno propone la visita al Seminario “Pio XII” di Faenza che lo scorso ottobre 2023, ha celebrato i 70 anni dall’inaugurazione.
Il progetto dell'interessante edificio fu dell’ingegner Dante Fornoni di Bergamo ma all’impresa intervennero anche artisti faentini: i ceramisti Pietro Melandri e Riccardo Gatti, il pittore Roberto Sella, Angelo Molignoni che eseguì le lampade in rame. Le maestranze edili furono dell’Impresa Bentini di Faenza e della Coop. Muratori di Granarolo, mentre la direzione tecnica dei lavori fu del faentino Giovanni Antenore.
La visita inizierà ovviamente dall’imponente facciata con lo scalone in travertino e con i soprastanti, bellissimi otto medaglioni scolpiti dal faentino Angelo Sabbatani e recanti i ritratti dei Santi più legati a Faenza. Poi si visiterà la biblioteca e il chiostro, oggi tamponato con vetri ma con ancora, al centro, un settantenne tasso, e con la facciata della chiesa sullo sfondo. Quest’ultima coniuga, al suo interno, suggestioni bizantine (grazie al sapiente uso dell’oro e del mosaico) con raffigurazioni bibliche rese con estremo verismo da pittori bergamaschi di formazione classica: la presenza di varie personalità della città lombarda si spiega con la provenienza del committente, cioè il vescovo Giuseppe Battaglia, tra l’altro appassionato personalmente d’arte.
Sottoposto a recenti restauri e ad adeguamenti per il potenziamento dei servizi bibliotecari interni, il Seminario è stato anche riarredato e dotato di opere d’arte, soprattutto del notissimo Angelo Biancini. Nei limiti del possibile si accederà a tutti gli ambienti.
Sabato 01 giugno
L’Osservanza di Faenza
  • Ritrovo
    Viale Marconi 34

  • 48018 Faenza RA
  • ore 16
partecipa alla Settimana dei Cimiteri storico-monumentali.

Dal 24 maggio al 2 giugno ha preso il via la 'Settimana dei cimiteri storico-monumentali', iniziativa promossa dall’Asce -Association of significant cemeteries in Europe, l’associazione dei cimiteri storico-monumentali in Europa, per riconoscere i cimiteri monumentali quali importanti elementi del patrimonio culturale europeo per storia, arte e architettura, al fine di tutelarli, valorizzarli e migliorarne la gestione.

Durante questa settimana, in tutta Europa, i partner dell'associazione organizzano eventi e attività per portare a conoscere i cimiteri storici e offrire una diversa prospettiva ai visitatori attraverso mostre, concerti, visite guidate e seminari. I cimiteri contemplano vere e proprie zone monumentali, molti dei quali con interventi artistici anche di rilievo che, nel corso degli anni, sono al centro di numerose iniziative culturali. Questi luoghi sono spesso veri e proprio musei a cielo aperto, microcosmi della storia delle città, dei suoi figli, opera di grandi architetti e spesso concentrazioni della scultura del XIX e primo XX secolo.

Il tema dell'iniziativa nel 2024 è la sostenibilità ambientale e la lotta contro il cambiamento climatico, che vede coinvolti questi ambienti della cultura e i loro visitatori nell'impegno alla riduzione dell'impatto ambientale.

Il Comune di Faenza, per quanto riguarda il cimitero dell'Osservanza, propone per l'occasione una visita guidata gratuita, in collaborazione con la Pro Loco Faenza APS. Sabato 1 giugno, alle ore 16, Sandro Bassi, guida turistica certificata, accompagnerà i visitatori alla scoperta di alcuni angoli del cimitero dell’Osservanza risorti dopo la drammatica alluvione dello scorso anno.

Info e prenotazioni: info@prolocofaenza.it - tel. 0546 25231
Sabato 25 maggio
IN GITA CON LA PRO LOCO:
  • Ritrovo
    in pullman, Piazzale Pancrazi

  • 48018 Faenza RA
  • ore 14.30
GALEATA E DINTORNI. Archeologia e natura.

Quota di partecipazione (da versare al momento della prenotazione): € 23 / € 20 per i soci Pro Loco.
Prenotazioni fin da subito, fino ad esaurimento posti!

Saranno Galeata e dintorni, nel forlivese, le mete della gita sociale Pro Loco Faenza sabato 25 maggio con partenza alle 14.30.
La prima tappa sarà al Museo Civico “Domenico Mambrini”, storicamente galeatese ma dal 2001 trasferito a Pianetto, piccola e graziosissima frazione a lato della strada per Santa Sofia. Si tratta di un museo di arte e di storia, prevalentemente archeologico poiché raccoglie molto materiale di Mevaniola, l’antica città fondata dagli umbri – il nome significa appunto “piccola Bevagna” – e poi ampliata in epoca romana e abbandonata per ragioni ignote attorno al V-VI secolo d.C.
Il sito fu identificato nel 1934 appunto da don Domenico Mambrini, parroco di Galeata, erudito e raccoglitore di materiali storici locali, nonché autore del celebre «Galeata nella storia e nell’arte».

Oltre alla mostra temporanea di reperti lapidei prestati quest’anno da Bevagna – che rimane pur sempre la “città madre”, gemellata con Pianetto per evidenti motivi – si vedranno resti di mosaico, terrecotte, marmi, bronzi e sculture varie, molte delle quali riciclate in epoca alto-medievale, dopo l’abbandono della città, per la costruzione dell’abbazia di Sant’Ellero, dedicata all’omonimo anacoreta che secondo la leggenda incontrò Teodorico. La tradizione vuole che il re goto-ravennate sia venuto qua per riattivare l’acquedotto di Traiano e per costruire una residenza venatoria estiva; quest’ultima esiste davvero e sarà oggetto della terza tappa della visita, sulla strada da Galeata a Pantano: consiste in un imponente scavo, iniziato da archeologi tedeschi a fine anni Trenta e sospeso nel 1942 (l’intento, non privo di velleità nazionaliste, era dovuto alla presunta identità “germanica” di Teodorico) e ripreso una decina di anni fa con la scoperta di una piscina centrale - lastricata con imponenti pezzi di arenaria - e di vasche laterali, con acque calde e fredde; si tratta di una villa cui è stato lasciato il nome “di Teodorico” ma che in realtà comprende anche fasi precedenti e successive.

Tornando al Museo, si vedranno anche i due bellissimi affreschi rinascimentali (pittori ignoti di provenienza toscana) staccati tempo fa dalla chiesa del Pantano, e anche alcune Vanitas (nature morte con funzioni di ammonimento sulla vacuità delle cose terrene) seicentesche raccolte da Mambrini e da lui donate, come tutto il resto, al museo. Quest’ultimo, oltre alla bellezza del contenitore – il restaurato convento rinascimentale dei Padri Minori – si avvale anche di un allestimento efficiente, in linea con i criteri museografici moderni.

Si visiterà anche, sempre a Pianetto, la bella chiesa di fine ‘400 di Santa Maria dei Miracoli, con un tempietto architettonico interno e dipinti cinquecenteschi di scuola vasariana.
La gita della Pro Loco si concluderà con la visita ad un altro interessante sito storico, una sorpresa che non vogliamo svelare. Vi aspettiamo numerosi.
Sabato 18 maggio
PRADA: UNA CHIESA, DUE GIARDINI INCANTATI.
  • Ritrovo
    MEZZI PROPRI,ore 14.45 parcheggio La Filanda – via della Costituzione, oppure ore 15 c/o la chiesa in Via Prada 34

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15
Storia, arte e natura in fiore nelle campagne ai confini della città.
(si ringraziano le proprietà per g.c.)

* € 5/€ 3 soci Pro Loco
Prada, piccola frazione sul limitare del territorio comunale, fu teatro di grandiosi progetti e affascinanti storie tutte da raccontare.
Oggi dedicata all’Immacolata, la chiesa parrocchiale è documentata fin dal 1185. Ricostruita dopo le pesanti ferite subite durante il secondo conflitto mondiale, presenta un gradevole interno ad aula unica finemente ornato e arricchito con pregevoli opere.
A Prada si trovava l’imponente mulino a vapore che il Conte Francesco Laderchi eresse nel 1847 dopo un viaggio in Europa che lo portò a visitare le principali fabbriche europee allo scopo di acquisire i macchinari più all’avanguardia dell’epoca. Pur non potendone più ammirare la maestosità, evocheremo l’impresa passando accanto ai luoghi che ne videro l’ascesa e il declino.
Poco distante dal mulino sorgeva anche una villa di campagna fatta costruire dalla stessa nobile casata. Diversamente dalle ville Rotonda e Il Prato, progettate dall’architetto Giovanni Antonio Antolini, poche sono le notizie sulla dimora pradese. Ne rimane oggi traccia in una lunetta autografa dipinta da Romolo Liverani presso Palazzo Laderchi. La villa fu convegno di patrioti e liberali, ma anche luogo legato alle tristi vicissitudini di Pazienza Porcia, la giovanissima principessa che andò in sposa a Pietro Laderchi.
La seconda parte della visita avrà carattere decisamente più bucolico. Grazie alla cortese ospitalità delle rispettive proprietà, scopriremo due splendidi giardini incantati letteralmente risorti dal fango. Immersi in un tripudio di profumi e colori che sembrano voler cancellare la furia che lo scorso anno li ha sconvolti, ci racconteranno il carattere e l’anima di chi ogni giorno li abita: la passione per le erbe officinali e i frutti dimenticati da una parte, l’amore per la natura e la modernità del mosaico dall’altra.
Sabato 11 maggio
NEL VERDE DI CASTEL RANIERO.
  • Ritrovo
    ore 14.30 (in bici), Pro Loco oppure ore 15 ingresso Villa Rotonda Via Castel Raniero

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15
A piedi per sentieri fino a Villa Mengazza.
(si ringrazia la proprietà per la g.c.)
In occasione di “Musica nelle aie”.

VISITE GUIDATE DAL CENTRO MUSEALE ALLA CITTA’

SABATO 11 MAGGIO 2024, ore 15

NEL VERDE DI CASTEL RANIERO.
A piedi per sentieri fino a Villa Mengazza
Si ringrazia la proprietà per la g.c.
In occasione di “La Musica nelle aie”

Si andrà a piedi per sentiero per ragioni paesaggistiche e perché la strada asfaltata viene chiusa in occasione appunto della festa.
Costruita nel 1850 circa dall’ingegner Luigi Marcucci, padre del futuro sindaco Gallo Marcucci, Villa Mengazza si trova alla sommità della “salita dei leoni” ed è inconfondibile per la facciatina graziosissima, gialla con lesene bianche e profili color mattone, sullo sfondo di un scenografico prato bordato di pini.
Grazie alla cortese disponibilità dei proprietari si vedranno anche alcuni ambienti interni; il pregio del luogo risiede comunque nella splendida collocazione ambientale, fra vigneti, oliveti e boschetti, oltre ai due magnifici gelsi che ornano l’aia della casa colonica immediatamente sottostante la villa.
La visita è possibile appunto per la cortesia dei proprietari, e anche dei privati che concedono il passaggio attraverso i propri terreni, in modo da evitare la strada asfaltata.
La passeggiata è breve (circa 40 minuti) e con dislivello modesto, ma si raccomanda comunque l’uso di scarpe comode o scarponcini. La partecipazione è libera e gratuita.
Sabato 04 maggio
VILLA SAN PROSPERO:
  • Ritrovo
    IN BICI, ore 15 Pro Loco, Voltone Molinella 2; oppure ore 15.15 parcheggio di Punta degli Orti, Via Firenze

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15 (visita riservata ai Soci Pro Loco Faenza)
fra natura, storia e architettura.
(Si ringrazia la proprietà per la g.c.)
Visita riservata ai Soci Pro Loco Faenza.

Nata in epoca medievale come monastero, rimane tale, come attestano i documenti, fino al 1452, per esser poi trasformata in casa colonica per la coltivazione dei terreni che erano rimasti di proprietà del Priorato di San Prospero. L’assetto attuale inizia a prender forma nella seconda metà dell’Ottocento quando la famiglia Rossi, originaria di Biancanigo, acquista l’immobile e – vista anche la posizione panoramica ma prossima alla città – lo trasforma in una «villa di tutto rispetto».

Attorno al 1870 l’edificio aveva certamente già assunto l’aspetto documentato da un disegno di Romolo Liverani, con bella facciata dotata di un monumentale timpano, portico sovrastante l’ingresso, terrazzo, doppia scala esterna e oratorio (quest’ultimo datato 1737 come si legge nella lapide apposta dall’ultimo dei Priori di San Prospero). Nel disegno di Liverani si vede anche la scritta, tuttora presente, «Questa è stanza di pace / ogni cura di qua lungi sbandita / più dolce di piacer colma è la vita».
Resta ignoto il nome dell’architetto progettista ottocentesco anche se si ipotizza trattarsi di Costantino Galli, che per i Rossi aveva già realizzato la graziosa rotonda dietro il loro palazzo di città, oggi visibile da via Martiri Ungheresi; maestosa è anche la serra-limonaia neoclassica, purtroppo bombardata nella Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1899-1900 fu aggiunta lateralmente un’alta torre (sei piani con altana e terrazzo sommitale!) ideata dal geniale architetto Vincenzo Pritelli, purtroppo anch’essa distrutta dalla guerra e ricostruita in forme più ridotte.

Malgrado i danni bellici la villa conserva ancora un innegabile fascino architettonico, storico e ambientale, cui non è estraneo il parco, sempre curato dalla proprietà e in cui è ancora riconoscibile il tocco ottocentesco, prettamente romantico, con labirinto vegetale perfettamente conservato, laghetto con sequoie e viali alberati a lecci.
La visita è possibile per la cortese disponibilità dei proprietari, che la possiedono fin dal 1935.
Sabato 27 aprile
PALAZZO SAN GIACOMO A RUSSI:
  • Ritrovo
    MEZZI PROPRI, ore 14.30 parcheggio La Filanda, Via della Costituzione, oppure ore 15 in Via Carrarone Rasponi, Russi

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15
una “delizia” di villeggiatura nella campagna del Seicento.

* € 8 / € 6 soci Pro Loco

La visita guidata a Palazzo San Giacomo a Russi permetterà di scoprire un luogo raro: una dimora di campagna voluta dai conti Rasponi di Ravenna per la villeggiatura estiva. Non solo un palazzo di indubbio interesse artistico (gli affreschi che lo decorano rappresentano il più vasto ciclo pittorico risalente al periodo tra Sei-settecento presente in Romagna), ma anche un microcosmo denso di storie: quelle dei discendenti di questa illustre famiglia ravennate (per qualche tempo, i Rasponi furono anche signori di Ravenna), il cui destino si intreccia con quello dei potentissimi Barberini di Roma.
Domenica 21 aprile
LA CHIESA DI SAN MAGLORIO A FAENZA.
  • Ritrovo
    Via Campidori (altezza del civico 14)

  • 48018 Faenza RA
  • ore 10 - ore 11.30
Per la prima volta aperta dopo una chiusura ventennale.
(Si ringrazia S.E. Mons. Mario Toso – Vescovo di Faenza – per la g.c.)
In collaborazione con il Rione Rosso per la “Sagra del Pellegrino”.

Riapre eccezionalmente, in occasione della Sagra del Pellegrino organizzata dal Rione Rosso, l’antica chiesa di San Maglorio in via Campidori, visitabile con guide della Pro Loco per ben tre volte durante il prossimo fine settimana, venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 aprile.

Chiusa da oltre mezzo secolo, la chiesa è stata aperta solo in casi particolarissimi negli ultimi trent’anni e non presenta più i suoi arredi ma è ancora mirabile per la maestosa architettura (esternamente quattrocentesca, all’interno di un secolo dopo e con sporadici interventi successivi), per l’altar maggiore in pregiati marmi del XVIII sec., per le cantorie dell’organo (in legno e con piccoli dipinti attribuiti a pittori fiamminghi del ’500) e per gli affreschi a grottesche pressoché unici a Faenza (attribuiti all’ambito di Marco Marchetti, lo stesso decoratore del voltone della Molinella) nel presbiterio e per quelli sul soprastante soffitto con i Quattro Evangelisti. Infine si potranno vedere i vari dipinti su muro e su tela eseguiti dopo metà Ottocento dai fratelli Antonio e Romolo Liverani anche con paesaggi romantici e del tutto “laici”.

Inoltre si potrà vedere la lapide sepolcrale pavimentale che chiude la tomba di Cassandra Pavoni, “mitica” amante di Galeotto Manfredi (che per ragioni di stato dovette sposare Francesca Bentivoglio, ma che da lei ebbe tre figli, tutti riconosciuti), fattasi qui monaca nel 1480 e che vi morì trentacinque anni dopo.

Le visite del venerdì sera si svolgeranno in abbinamento con il Museo delle Ceramiche per poter ammirare alcune ceramiche di epoca manfrediana o di tipologia conventuale, accostabili a Cassandra Pavoni.


* € 5,00 / € 3 Soci Pro Loco
Sabato 20 aprile
LA CHIESA DI SAN MAGLORIO A FAENZA.
  • Ritrovo
    Via Campidori (altezza del civico 14)

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15 - ore 16
Per la prima volta aperta dopo una chiusura ventennale.
(Si ringrazia S.E. Mons. Mario Toso – Vescovo di Faenza – per la g.c.)
In collaborazione con il Rione Rosso per la “Sagra del Pellegrino”.

Riapre eccezionalmente, in occasione della Sagra del Pellegrino organizzata dal Rione Rosso, l’antica chiesa di San Maglorio in via Campidori, visitabile con guide della Pro Loco per ben tre volte durante il prossimo fine settimana, venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 aprile.

Chiusa da oltre mezzo secolo, la chiesa è stata aperta solo in casi particolarissimi negli ultimi trent’anni e non presenta più i suoi arredi ma è ancora mirabile per la maestosa architettura (esternamente quattrocentesca, all’interno di un secolo dopo e con sporadici interventi successivi), per l’altar maggiore in pregiati marmi del XVIII sec., per le cantorie dell’organo (in legno e con piccoli dipinti attribuiti a pittori fiamminghi del ’500) e per gli affreschi a grottesche pressoché unici a Faenza (attribuiti all’ambito di Marco Marchetti, lo stesso decoratore del voltone della Molinella) nel presbiterio e per quelli sul soprastante soffitto con i Quattro Evangelisti. Infine si potranno vedere i vari dipinti su muro e su tela eseguiti dopo metà Ottocento dai fratelli Antonio e Romolo Liverani anche con paesaggi romantici e del tutto “laici”.

Inoltre si potrà vedere la lapide sepolcrale pavimentale che chiude la tomba di Cassandra Pavoni, “mitica” amante di Galeotto Manfredi (che per ragioni di stato dovette sposare Francesca Bentivoglio, ma che da lei ebbe tre figli, tutti riconosciuti), fattasi qui monaca nel 1480 e che vi morì trentacinque anni dopo.

Le visite del venerdì sera si svolgeranno in abbinamento con il Museo delle Ceramiche per poter ammirare alcune ceramiche di epoca manfrediana o di tipologia conventuale, accostabili a Cassandra Pavoni.


* € 5,00 / € 3 Soci Pro Loco
Venerdì 19 aprile
CHIESA DI SAN MAGLORIO E MIC.
  • Ritrovo
    Via Campidori (altezza del civico 14)

  • 48018 Faenza RA
  • ore 19 - ore 19.20 - ore 20 - ore 20.20
La Chiesa di San Maglorio, per la prima volta aperta dopo una chiusura ventennale, e una selezione di ceramiche faentine al MIC.
(Si ringrazia S.E. Mons. Mario Toso – Vescovo di Faenza – per la g.c.)
In collaborazione con il Rione Rosso per la “Sagra del Pellegrino”.

Prenotazioni obbligatorie (a partire dal 13/4), posti limitati.

* € 5,00 / € 3 Soci Pro Loco

Riapre eccezionalmente, in occasione della Sagra del Pellegrino organizzata dal Rione Rosso, l’antica chiesa di San Maglorio in via Campidori, visitabile con guide della Pro Loco per ben tre volte durante il prossimo fine settimana, venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 aprile.

Chiusa da oltre mezzo secolo, la chiesa è stata aperta solo in casi particolarissimi negli ultimi trent’anni e non presenta più i suoi arredi ma è ancora mirabile per la maestosa architettura (esternamente quattrocentesca, all’interno di un secolo dopo e con sporadici interventi successivi), per l’altar maggiore in pregiati marmi del XVIII sec., per le cantorie dell’organo (in legno e con piccoli dipinti attribuiti a pittori fiamminghi del ’500) e per gli affreschi a grottesche pressoché unici a Faenza (attribuiti all’ambito di Marco Marchetti, lo stesso decoratore del voltone della Molinella) nel presbiterio e per quelli sul soprastante soffitto con i Quattro Evangelisti. Infine si potranno vedere i vari dipinti su muro e su tela eseguiti dopo metà Ottocento dai fratelli Antonio e Romolo Liverani anche con paesaggi romantici e del tutto “laici”.

Inoltre si potrà vedere la lapide sepolcrale pavimentale che chiude la tomba di Cassandra Pavoni, “mitica” amante di Galeotto Manfredi (che per ragioni di stato dovette sposare Francesca Bentivoglio, ma che da lei ebbe tre figli, tutti riconosciuti), fattasi qui monaca nel 1480 e che vi morì trentacinque anni dopo.

Le visite del venerdì sera si svolgeranno in abbinamento con il Museo delle Ceramiche per poter ammirare alcune ceramiche di epoca manfrediana o di tipologia conventuale, accostabili a Cassandra Pavoni.

Sabato 13 aprile
PRERAFFAELLITI. Rinascimento Moderno.
  • Ritrovo
    Forlì, Musei di San Domenico (MEZZI PROPRI)

  • turno unico: ore 15
Mostra ai Musei di San Domenico a Forlì.

Prenotazioni fin da subito fino ad esaurimento posti limitati; quota di partecipazione da versare al momento della prenotazione OBBLIGATORIA: € 20,00 - Soci Pro Loco € 18,00. (La quota comprende il prezzo del biglietto, i diritti di prenotazione, la visita guidata).
Sabato 06 aprile
IL MUSEO DIOCESANO DI FAENZA.
  • Ritrovo
    Piazza XI Febbraio 10

  • 48018 Faenza RA
  • ore 16
Uno scrigno di arte e fede, di storia e tradizione.

* € 5,00 / € 3 Soci Pro Loco

Intitolato alla memoria del vescovo Giuseppe Battaglia (1944-1970), il Museo Diocesano occupa un’importante porzione del piano nobile della residenza episcopale. Una prima sistemazione degli spazi si ebbe nell’Anno Santo del 2000 ma solo nel 2009 venne avviato un primo intervento di restauro e allestimento che permise di valorizzare importanti testimonianze di età romanico-gotica.

In realtà i limiti cronologici delle opere oggi esposte vanno dal X secolo fino ai giorni nostri, coprendo quindi un arco temporale di mille anni di vita. L’allungato spazio della Loggia Monterenzi è articolato per sezioni, dalla devozione mariana a quella dei santi, dalla liturgia alle forme della religiosità popolare. Particolarmente pregevoli risultano una quattrocentesca Mater Misericordiae, un San Giovanni Evangelista di scuola lombarda del XVI secolo, le croci e gli stendardi processionali, i tabernacoli post-tridentini, un paliotto d’altare in scagliola di età barocca, i modellati plastici della bottega dei Ballanti Graziani e i presepi in terracotta.

Ma lo spazio più prestigioso è la medievale Sala degli affreschi. In essa, oltre a diversi lacerti di esafore duecentesche in marmo rosa di Verona, sono presenti importanti porzioni di pitture parietali di scuola riminese-giottesca risalenti agli anni ’30 del Trecento: Le Quattro Sante, Il trionfo della morte, L’incontro dei tre vivi e dei tre morti e - molto danneggiato- il Giudizio Finale. La sala raccoglie opere di rilevante valore artistico, dalla duecentesca tavola della Madonna della Celletta alle icone di ascendenza veneto-cretese, dalle quattrocentesche tavolette della cantoria della Cattedrale alle superstiti formelle del polittico di Santa Maria foris portam, dal tabernacolo in pietra serena attribuito a Drudo Barilotto alle opere rinascimentali di Biagio d’Antonio, dalle romaniche sculture in pietra calcarea al volto lacerato di un quattrocentesco crocifisso ligneo ritrovato nel 1944 fra le macerie della Chiesa dei Servi e quindi sopravvissuto alle distruzioni belliche.

La Sala del Trono - principale ambiente di rappresentanza dell’episcopio dal XVIII secolo in poi - è strutturata in forma di quadreria. Essa, arredata con pregevoli canterani del XVII e XVIII secolo, raccoglie le grandi pale d’altare che vanno dalla cinquecentesca tavola lignea di Bartolomeo Coda alle tele dipinte da Cristoforo Unterperger, passando per le opere di Tommaso Missiroli, Benedetto Marini, Carlo Cignani. Di particolare interesse sono inoltre il San Sebastiano e il Sant’Andrea attribuiti da alcuni storici dell’arte a Guido Cagnacci.

Il settecentesco Oratorio di Sant’Apollinare, pur essendo ancora in attesa di un prossimo intervento di ripristino dell’antica pavimentazione in cotto, resta un significativo esempio di piccola cappella episcopale con navatella e presbiterio: un ‘barocchetto’ arricchito dalle decorazioni monocrome del bolognese Vittorio Maria Bigari.
Dei successivi spazi dell’ Appartamento del Cardinal Durazzo sono state recentemente riaperte due stanze che accolgono la bella mostra «Calvari», fra cui spiccano soprattutto due opere accomunate dal fatto di essere fortunosamente riemerse dal fango dell’alluvione nei sotterranei dei musei Zauli e Tramonti: nel primo caso si tratta delle formelle in terracotta di una Via Crucis databile agli anni ’40 e di un autore ancora da identificare; nel secondo dei frammenti di una croce in ceramica con cristallina a grosso spessore, copia o forse prova di quella realizzata da Guerrino Tramonti per la Chiesa del Paradiso negli anni Ottanta. Opere di una dolente, impressionante bellezza.
Sabato 23 marzo
LA PINACOTECA DI FAENZA.
  • Ritrovo
    Via Santa Maria dell'Angelo 9

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15
Dal Manierismo al Barocco.

* € 8,00 / € 6 soci Pro Loco (incluso biglietto d'ingresso)

La Pinacoteca Comunale di Faenza, che ha la sua sede nell’ex convento dei Gesuiti, fu il primo museo che Antonio Paolucci, nativo di Rimini, visitò con occhi professionali e definì “piccolo pantheon della pittura romagnola”, trovando il suo percorso affascinante.
La visita guidata, dopo aver preso in esame la figura di un pittore faentino che guardò all’Italia centrale, continuerà con i manieristi i quali elaborarono un linguaggio artistico nato a Firenze e sviluppatosi a Roma, che con la diaspora a seguito del sacco dell’Urbe da parte dei lanzichenecchi (1527), raggiunse le corti italiane, e non solo, dando luogo alla nascita di scuole locali. Proseguirà poi con il Barocco, per chiudersi con l’esame di alcune nature morte di notevole valore artistico.
Sabato 16 marzo
IL SEMINARIO DI FAENZA.
  • Ritrovo
    Viale Stradone 30

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15
La chiesa superiore, ambienti inediti e nuove raccolte d’arte.
(si ringrazia la proprietà per la g.c.)

* € 5,00 / € 3 Soci Pro Loco

Sarà il Seminario “Pio XII” di Faenza, sabato prossimo 16 marzo dalle ore 15, ad aprire il calendario visite guidate di primavera a cura della Pro Loco Faenza.
Continuano infatti gli appuntamenti per far conoscere questo interessante edificio cittadino che, lo scorso ottobre 2023, ha celebrato i 70 anni dall’inaugurazione.
Il progetto fu dell’ingegner Dante Fornoni di Bergamo ma all’impresa intervennero anche artisti faentini: i ceramisti Pietro Melandri e Riccardo Gatti, il pittore Roberto Sella, Angelo Molignoni che eseguì le lampade in rame. Le maestranze edili furono dell’Impresa Bentini di Faenza e della Coop. Muratori di Granarolo, mentre la direzione tecnica dei lavori fu del faentino Giovanni Antenore.
La visita inizierà ovviamente dall’imponente facciata con lo scalone in travertino e con i soprastanti, bellissimi otto medaglioni scolpiti dal faentino Angelo Sabbatani e recanti i ritratti dei Santi più legati a Faenza. Poi si visiterà la biblioteca e il chiostro, oggi tamponato con vetri ma con ancora, al centro, un settantenne tasso, e con la facciata della chiesa sullo sfondo. Quest’ultima coniuga, al suo interno, suggestioni bizantine (grazie al sapiente uso dell’oro e del mosaico) con raffigurazioni bibliche rese con estremo verismo da pittori bergamaschi di formazione classica: la presenza di varie personalità della città lombarda si spiega con la provenienza del committente, cioè il vescovo Giuseppe Battaglia, tra l’altro appassionato personalmente d’arte.
Sottoposto a recenti restauri e ad adeguamenti per il potenziamento dei servizi bibliotecari interni, il Seminario è stato anche riarredato e dotato di opere d’arte, soprattutto del notissimo Angelo Biancini. Nei limiti del possibile si accederà a tutti gli ambienti.
Sabato 16 marzo
_CALENDARIO DI PRIMAVERA 2024
  • da SABATO 16 MARZO 2024
Partono sabato 16 marzo le visite guidate della Pro Loco Faenza per la primavera 2024. Come da tradizione, si svolgono di sabato pomeriggio – quest’anno con l’eccezione della chiesa di San Maglorio, visitabile anche l’indomani, domenica mattina – e sono seguite dalle due “passeggiate alla luce del tramonto” nei primi due giovedì di giugno.

Riguardo ai contenuti, come sempre si è cercato un equilibrio fra arte, storia e natura, con attenzione anche alle mostre, agli eventi in città e ai restauri. Tra le mete, le novità principali sono soprattutto la chiesa di San Maglorio e la villa San Prospero, entrambe chiuse da molti anni ed entrambe tornate ad essere visibili per la cortese concessione delle rispettive proprietà: la prima, limitrofa al grande quadrilatero del Museo delle Ceramiche, è di origini medievali ma si presenta oggi soprattutto nella sua veste cinque-seicentesca per via delle ristrutturazioni che la interessarono: è priva dei suoi arredi mobili, ovviamente tutti messi altrove in sicurezza, ma conserva ancora un’architettura di prim’ordine, stucchi e affreschi a grottesche attribuiti alla cerchia di Marco Marchetti, tempere murali ottocentesche del grande Romolo Liverani, le cantorie dell’organo con dipinti attribuiti al fiammingo Giovanni Stradano e infine il sepolcro di Cassandra Pavoni, la donna di Galeotto Manfredi e madre dei suoi tre figli che si fece qui monaca nel 1480 e che vi morì quasi quarant’anni dopo. Il sepolcro è vuoto (lo si appurò negli anni Sessanta del ’900) ma resta ancora la bellissima lapide terragna cinquecentesca con l’emblema della famiglia Pavoni.
La seconda è invece una delle più suggestive ville fuori-porta faentine, nella verde cornice di Castel Raniero. Nata come antico Priorato di San Prospero fu trasformata a fine Settecento e poi a metà Ottocento da un architetto ignoto che sistemò il parco secondo la moda romantica dell’epoca e infine ingrandita nel primo ‘900 dal geniale e bizzarro architetto faentino Vincenzo Pritelli. Conserva ancora un grande parco, con monumentale serra-arancera, laghetto con sequoie e soprattutto l’oratorio. Si tratta di un luogo importantissimo per la storia e gli affetti faentini.
Per il resto, musei – la Pinacoteca Comunale e il Diocesano anzitutto, ma anche i forlivesi Musei di San Domenico con la mostra sui Preraffaelliti e il Seminario, che con le sue raccolte d’arte sta diventando anch’esso un museo – e scampagnate: a Castel Raniero in occasione de “La Musica nelle Aie” per una passeggiata nel verde che ci porterà a Villa Mengazza (anch’essa aperta per g.c. della proprietà), poi a Russi per il seicentesco Palazzo San Giacomo e infine a Prada, per la chiesa e per due giardini privati, di nuovo visitabili in maniera straordinaria per g.c. dei proprietari.
Sabato 27 gennaio
Per non dimenticare - Passeggiata della Memoria 2024.
  • Ritrovo
    Pro Loco, Voltone Molinella 2

  • 48018 Faenza RA
  • ore 15.00
Una visita guidata ai "Luoghi della Memoria" in città.

Nell'ambito delle iniziative organizzate dall'Amministrazione Comunale.
Partecipazione gratuita.

Sono otto le “tappe della Memoria” individuate a Faenza dalla Pro Loco, tappe che in buona parte saranno oggetto della visita guidata “Per non dimenticare” sabato 27 gennaio alle 15.
L’esordio è fulminante, con il grande piatto in ceramica prestato dal Liceo Ballardini-Torricelli e già esposto in questi giorni proprio nella vetrina della stessa Pro Loco. Si tratta del saggio di fine-corso eseguito nel 1937, a Faenza, dal giovane studente ebreo tedesco Werner Jacobson. In realtà questa è una copia fedele e di alta qualità, realizzata nel 2010 da una fotografia che il vice-direttore dell’istituto, Giuseppe Liverani, aveva fatto scattare prima della distruzione del manufatto, ritenuto compromettente (per la scuola e per lo stesso studente) visti i chiari riferimenti politici e identitari dell’apparato decorativo, tutto ispirato alla tradizione ebraica. Oggi si sa – grazie alle ricerche di Cesare Finzi, purtroppo recentemente scomparso – che Jacobson rimase a Faenza almeno fino al 1940 e che riuscì poi a fuggire prima in Palestina ed infine a New York ove avviò una produzione di ceramica. La successiva scoperta nei depositi del Mic di sei maioliche da lui donate e inviate per posta nel 1981 senza alcuna spiegazione fa pensare ad una sorta di ringraziamento verso la città che in qualche modo deve averlo protetto: dalla cartellina dell’archivio della scuola, oltre alla foto, è infatti emerso un carteggio in cui il direttore Gaetano Ballardini risponde evasivamente alle richieste del Commissariato di Polizia ai sensi delle leggi razziali del 1938 e non rivela l’indirizzo dello studente che pure doveva essergli noto.
Il piatto è magnifico e decorato secondo la tipologia faentina della “zaffera in rilievo” ma con i simboli dell’ebraismo (Tavole della Legge, iniziali dei Dieci Comandamenti, Stella di Davide, candelabri a sette braccia e soprattutto una scritta riportante l’Inno della Speranza divenuto dopo il 1948 Inno di Israele); Liverani si fece tradurre la scritta e riportò diligentemente tutto nella cartellina poi nascosta in archivio.

Le altre tappe riguarderanno: il Monastero di Santa Chiara con la pietra di inciampo e tutti gli effetti personali di Amalia Fleischer, avvocatessa viennese insegnante di lingue nel monastero, arrestata nel dicembre 1944 e partita da Milano sul famigerato treno del 30 gennaio 1945 – lo stesso di Liliana Segre – per Auschwitz (ove giunse morta o dove fu uccisa all’arrivo dopo ben sette giorni di viaggio al freddo e senza cibo); il Tempietto della Memoria sul lungofiume, restaurato nel 2002 a cura degli studenti del “Ballardini” e recante i nomi dei lager europei e tutti i simboli dei detenuti dei lager; il vicino Ponte della Memoria eretto dalla Brigata Ebraica in meno di tre mesi dal febbraio ai primi di aprile 1945; infine il Museo Argylls Romagna di via Castellani che conserva un’intera sezione dedicata alla Shoah con reperti evocativi e tre preziosi originali dell’epoca.
Domenica 01 gennaio 2023
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    Martedì 31 dicembre 2019
    PRO LOCO FAENZA 2019
      Il programma delle attività e delle visite guidate 2019
      Lunedì 31 dicembre 2018
      PRO LOCO FAENZA 2018
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        Domenica 31 dicembre 2017
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          Il programma delle attività e delle visite guidate 2017